Settimanali al femminile


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  • #17369

    Salve,
    anni fa, prima di possedere un computer, avevo preso l’abitudine di comprare periodicamente dei settimanali nel corso della settimana, senza fare distinzione tra testate, così il lunedì compravo la Repubblica con l’inserto “Economia e Finanza”, il giovedì il Corriere della Sera con l’inserto “Io Donna” e il venerdì la Repubblica con il “Venerdì”.

    Dopo qualche mesetto mi ero reso conto di come i settimanali allegati seguivano una linea editoriale davvero programmata a tavolino e ripetessero delle tematiche ogni settimana, indipendentemente dall’insorgenza o meno di reali notizie di cui valesse la pena parlare.

    Ma veniamo al settimanale “Io Donna” del Corriere della Sera.
    Oltre a rispettare fedelmente questo modo di fare informazione sopra menzionato, mi è saltata agli occhi una cosa che mi ha lasciato molto perplesso.

    L’attuale tendenza culturale di emancipazione femminile porta le scelte editoriali a proporre tematiche dove la donna riesce sempre più ad affiancare gli uomini in ruoli amministrativi di rilievo, riesce a proporre contenuti artistici che illustrano nuovi modi di vedere la vita dal punto di vista femminile, riesce a dimostrare di poter garantire procedure mediche grazie a scoperte dove lo scienziato donna viene premiato con onorificenze dello stesso rango di quelle date agli uomini. Tutto questo significa che la società sta migliorando, la discriminazione tra uomo e donna procede ad una lenta ma inesorabile riduzione e un giorno le pari opportunità non saranno più solo sulla carta ma anche nella realtà dei fatti.

    La cosa che però mi ha lasciato perplesso era invece che per ogni pagina di articolo, si alternava una pagina di pubblicità dove si promuovevano prodotti per la donna richiamando tutti gli stereotipi della donna valorizzata come mero oggetto del desiderio.

    Essendo un settimanale pensato ad un pubblico femminile, mi sono posto una domanda che rivolgo a voi:
    Come si deve sentire una donna che legge di presidenti di azienda, dottoresse premi Nobel, scrittrici che parlano delle rivendicazioni femminili e poi vedere una pubblicità di una lavatrice messa in moto da una casalinga di abito da sera con uno spacco da urlo o pubblicità di intimo dove la indossatrice sempre e perennemente bellissima e senza un grammo di cellulite si stende sullo scoglio come se fosse spalmata sulle rocce?
    Ma non è un controsenso?
    Se anche la pubblicità è cultura, è così che la donna si riconosce?

    Andronico

    #19138

    Ciao! Beh, di pubblicità “stupida” c’è ne sicuramente in giro. Ma non dimenticare che la donna ha diverse esigenze, oltre ad reclamare giustamente le pari opportunità, ha anche il desiderio di avere un bel aspetto. L’uno non esclude l’altro insomma. Anche la scienziata di fama mondiale e l’amministratrice di società hanno bisogno della lavatrice ma, allo stesso tempo possono essere desiderose di essere belle e attraenti. Giusto?

    #19139

    Purtroppo le donne italiane sono ridiventate preda del consumismo e schiave del maschio nella corsa a essere sempre più attraenti e sexy… Ancora oggi la donna che non è sexy non conta! È tempo di svegliarsi, ragazze! djtdtyi

    #19137

    vabbe ma la cura del corpo e l’attenzione all’aspetto fisico non sono sempre e solo legati al fatto di piacere a un uomo, una si cura per se stessa e se poi ha anche l’approvazione altrui tanto meglio!non credo che la bellezza sia sempre sinonimo di superficialità, questo lo trovo molto riduttivo. Come dire che tutte le belle devono dimostrare di essere anche intelligenti, mentre le bruttine lo sono a priori…

    #19140

    Di pubblicità ce ne sono di tanti tipi.
    Alcune pubblicità rispettano la dignità della figura femminile e sono molto belle.
    Altre che invece fanno appello agli stereotipi di certa cultura maschilista, presentando la donna come succube del maschio o mero oggetto del desiderio.

    Io come uomo mi sento offeso di vedermi rappresentato in ruoli maschili che non condivido, come nelle pubblicità sopra citate, ma di queste pubblicità, oltre a comparire in spot di prodotti poco importanti, che puntano a pubblicità d’effetto per lasciare una impronta shock nella coscienza della gente, ci sono pure marchi famosissimi come Dolce e Gabbana e Gucci dove dove le modelle sono messe in situazioni lesive della dignità femminile.

    E’ stato detto che gli interessi redazionali di informazione non sono gli interessi editoriali di chi possiede la rivista e la usa per vendere spazi pubblicitari. Ma perché deve essere per forza così?
    Chi l’ha detto che questa è la migliore cultura che ci possiamo aspettare dalla nostra società?
    Chi l’ha detto che per vivere felici ci si deve abbandonare agli stereotipi offensivi dove si lascia dormire la coscienza?

    Pare che per certa gente va bene così, e la pubblicità non ha nessuna intenzione di svolgere una azione educatrice, di filtraggio tra ciò che è lecito e ciò che non lo è.

    Andronico

    #19141

    Questa discussione è abbastanza vecchia ma la riporto su, perché credo sia un problema che c’è ancora.
    Nei settimanali femminili io personalmente preferisco A che ha meno pubblicità del tipo da te indicato: tra l’altro in questi due anni trovo che Io donna sia veramente peggiorato a livello di qualità di contenuti.

    #19142

    poi sono strapieni di pubblicità …

    #19143

    Ho due bimbi piccoli e sono seperata, non trovo più il tempo per leggere, però prima le leggevo volentieri, quelle che davano con i giornali una volta la settimana. Amica mi piaceva, da giovane mi piaceva Cosmopolitan! |eyerolling| :-)

    #19144

    Una donna è pur sempre una donna anche se è casalinga, manager o direttrice d’azienda. Da non dimenticare che le cose belle sono piacevoli da vedere quindi a mio avviso è normale vedere su un giornale una bella donna che posa per qualche brand.
    Ora, ogni essere umano (modella compresa) ha i suoi difetti e di solito questi si tende a nasconderli e non ad ostentarli soprattutto la cellullite |roll|
    Una donna pulita e sobria ha sempre il suo fascino anche se non è Monica Bellucci o Kate Moss. Le riviste femminili come quella riportata sono uno spunto sotto tutti i punti di vista dal ruolo della donna alle ultime tendenze della moda.
    Ecco tutto. |azz|

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